lunedì 12 marzo 2018

COMUNICATO UFFICALE DI TERME PETRIOLO SPA (riapertura al pubblico)

Terme Petriolo Spa, lo stabilimento a pagamento accanto alle vasche libere, ha diramato il seguente comunicato sotto riportato. In pratica si dichiara che dalle loro analisi il problema è stata l'elevata concentrazione di ferro nell'acqua «la cui ossidazione è la causa della colorazione scura dell’acqua». Il direttore di miniera Antonio Maria Baldi ha firmato la relazione per cui si dichiara conclusa l'emergenza in quanto i risultati sono rientrati nuovamente nella normalità. La causa è attribuita a una "fulminazione". Resta da definire come essa sia avvenuta e come evitare che accada di nuovo. Nella giornata di domani avremo una relazione sui nostri riscontri e cercheremo di incrociare i dati con tutte le parti in causa.


Monticiano, lunedì 12 marzo 2018Il Presidente Silvana Micheli: “Le indagini dimostrano che non c’è mai stato inquinamento delle acque termali. Prosegue il monitoraggio costante”Valori del ferro rientrati. Riapre lo stabilimento termale di Petriolo MONTICIANO (Siena). Le Terme di Petriolo, in località Petriolo a Monticiano, in provincia di Siena, riaprono al pubblico. Dopo la chiusura precauzionale al verificarsi del fenomeno dell’acqua scura e dopo aver predisposto tutte le attività ispettive e le analisi, la relazione finale, firmata dal direttore di miniera Antonio Maria Baldi, ha certificato che i valori chimici del ferro, la cui ossidazione è la causa della colorazione scura dell’acqua, sono rientrati nella normalità e di conseguenza lo stabilimento termale può riprendere la sua attività, riaprendo da domani mattina, martedì 13 marzo.
Tutte le fasi ispettive e le cause. Le attività di controllo e le ispezioni volute dallo stabilimento senese, scattate già la mattina di giovedì 8 marzo, hanno dimostrato che la colorazione scura dell’acqua termale era riconducibile esclusivamente all’anomala aumento della presenza di ferro presente sotto forma di ‘solfuro di ferro’. Da qui sono scattate le verifiche che si sono concentrate sia nel prelievo dei campioni in diversi punti dell’impianto, che nelle riprese video all’interno del pozzo. Controlli costanti che hanno dimostrato che il ferro presente nell’acqua termale non aveva, né ha origine naturali nella sorgente e che eventuali cause potrebbero essere dovute al fenomeno della ‘fulminazione’ che ha interessato la zona di Petriolo già nel pomeriggio di mercoledì 7 marzo, innescando la corrosione di una parte in ferro del pozzo. L’azione di indagine è proseguita con ulteriori ispezioni video all’interno del pozzo e delle sue parti costitutive, dimostrando come nessuna delle 4 tubazioni sia responsabile della presenza del ferro, che nel frattempo, come dimostrato dai successivi prelievi di campioni d’acqua, è andata riducendosi venerdì 9 marzo del 50 per cento rispetto alla concentrazione riscontrata nel primo prelievo datato giovedì 8 marzo. Nel frattempo è proseguita l’attività di spurgo del pozzo che, già nei giorni di sabato 10 e della domenica 11 marzo, è tornata alla normalità. Le ultime analisi batteriologiche e chimiche, infine, hanno dimostrato che il fenomeno è rientrato completamente.
“La riapertura delle terme di Petriolo – ha detto Silvana Micheli, Presidente delle Terme di Petriolo e Antica Querciolaia – è stata possibile grazie all’immediata azione di controllo e analisi che abbiamo attivato. Come dimostrano i risultati dell’indagine, i video e la relazione finale non c’è mai stata alcuna forma di inquinamento da parte di agenti esterni diversi dai minerali che compongono le acque termali. Gli interventi sono stati rapidi ed efficaci e la chiusura delle terme è scattata immediatamente alla segnalazione. Ringrazio per questo tutti i tecnici e gli esperti - a cominciare dal responsabile di miniera che come previsto dalla legge ha inviato a tutti gli organi competenti una relazione dettagliata - che hanno lavorato nel monitoraggio costante, mantenendo un filo diretto con la direzione delle terme”.
“In questi anni grazie all’integrazione tra le Terme Antica Querciolaia e lo stabilimento di Petriolo e alla nascita del primo polo termale senese – ha ricordato Silvana Micheli - siamo riusciti a mantenere in perfetto equilibrio la concessione termale di Petriolo, garantendo qualità dei servizi ed efficienza nella gestione aziendale. Non è stato facile e non era scontato garantire un’offerta turistica termale integrata mantenendo i livelli di occupazione e l’innovazione nei trattamenti sia a Rapolano Terme che a Monticiano. Ci siamo riusciti grazie al processo di fusione e oggi anche Petriolo, sorgente termale dalla quale sgorga una delle migliori acque termali d’Italia che è la più antica della provincia di Siena, può vivere una stagione di rilancio”.
Gli interventi di manutenzione futura. Le attività di controllo e le ispezioni volute dallo stabilimento senese proseguiranno anche nei prossimi giorni con un’attenta azione di monitoraggio della qualità dell’acqua mediante il controllo visivo e con un piano di interventi di manutenzione del pozzo che si concentrerà nel periodo della chiusura estiva delle Terme.  

sabato 10 marzo 2018

COMUNICATO N.01/2018





ai soci
agli utenti di Bagni di Petriolo
alla stampa e ai media






Monticiano, 10 Marzo 2018



COMUNICATO UFFICIALE 01/2018

In merito al fenomeno che si sta verificando a Bagni di Petriolo, emaniamo questo comunicato per chiarire situazioni e posizioni certe fino ad oggi in quanto troppe voci, troppi articoli, troppi post, troppe insinuazioni, troppe dicerie stanno facendo più confusione di quanta già ce n'è.
Brevemente: l'acqua non è balneabile; la sostanza risulta oleosa, coriacea e persistente; la sostanza non ha odore particolare; il fenomeno, dopo aumenti preoccupanti, ora sta diminuendo; non sappiamo quanto sia inquinante; di tutto questo c'è un monitoraggio continuo; le analisi sono in corso; non si sanno e non si ipotizzano cause; abbiamo subito avvisato tutti, autorità competenti comprese; non abbiamo emesso comunicati stampa prima di questo; non celiamo e non nasconderemo alcuna informazione riguardante il fenomeno.
Nello specifico
1.            L'ACQUA NON È BALNEABILE, non perché sia certamente pericolosa ma proprio perché non si sa la sua composizione. Chiunque, di competenza certificata, presentatosi a fare i prelievi di acqua e di campioni  vari inerenti il fenomeno e chiunque presentatosi, di competenza certificata, a studiare il fenomeno è giunto ad un preliminare preoccupante ma non definitivo, ossia che la sostanza, minerale o qualunque cosa sia disciolta nell'acqua termale, risulta incolore al prelievo e diventa scuro successivamente, sicuramente reagendo alla luce e all'aria ma anche, probabilmente, ad altri elementi come il calcare delle vasche; non è una sostanza immediatamente riconoscibile, non è detto che nelle 24 ore dal prelievo si riesca a determinare cosa sia e neanche a fare una ipotesi; non è, con quasi certezza assoluta, quella che viene chiamata volgarmente "fuliggine termale", ossia quella materia scura, a volte nerastra, che abbiamo sempre visto fuoriuscire nel tempo in piccole dosi dal tubo che rifornisce le vasche e che si presenta frequentemente nella fonte termale alla base del bastione sul ponte. Fin quando non ci saranno risposte certe non si può balneare lì.
2.            LA SOSTANZA RISULTA OLEOSA, CORIACEA E PERSISTENTE.  Chi ha fatto il bagno in questo fenomeno difficilmente ce l'ha fatta a togliersi tutto di dosso in più docce.
3.            LA SOSTANZA NON HA ODORE PARTICOLARE, si odora solo una leggera nota metallica, ferrosa con naso quasi a contatto. Inizialmente è diminuito l'odore dello zolfo nell'acqua, pian piano poi è tornato ad aumentare fino a sembrare superiore al passato: non è detto che sia proprio la sostanza a creare questa variazione.
4.            IL FENOMENO, DOPO AUMENTI PREOCCUPANTI, ORA STA DIMINUENDO.  L'impressione sulla diminuzione del fenomeno è di queste ultime ore. Dall'osservazione, si evinceva che il giorno 9 Marzo il fenomeno era decisamente in aumento anche se in forma diversa rispetto alla notte tra il 7 e l'8 Marzo. L'acqua che fuoriesce è chiara, limpida, come l'acqua che usciva una volta; una volta prelevata al primo tubo e lasciata o alla luce solare o leggermente agitata per ossigenarla cambia colore diventando torba, scura e poi sempre più nera. Ad una prima analisi visiva e olfattiva, alle prime luci di oggi 10 Marzo il fenomeno sembrava ulteriormente aumentato anche se non di molto: non è immediatamente percepibile l'aumento ma c'è, si nota con nuovi segni sulle parti calcaree che il giorno prima non c'erano e con la chiazza nera che si è estesa sul Farma. Intorno alle ore 12 abbiamo notato la regressione del fenomeno, o almeno così sembra: nelle pozze l'acqua è color grigio e non più nero assoluto, la patina nera sui sassi sta pian piano venendo via. Ciò non significa che il fenomeno sia cessato e restiamo all'erta.
5.            NON SAPPIAMO QUANTO SIA INQUINANTE, non sapendo di cosa si tratti. Comunque sta dissolvendosi nel Farma, non sappiamo se sia cosa buona o no.
6.            DI TUTTO QUESTO C'È UN MONITORAGGIO CONTINUO da parte nostra, da parte dei soggetti interessati alla fonte, dalle autorità competenti.
7.            LE ANALISI SONO IN CORSO e non le stiamo facendo fare solo noi ma tutti i soggetti interessati, ognuno per proprio conto. Di queste speriamo di potere incrociare i risultati una volta che tutti abbiamo le risposte. Alla luce della regressione del fenomeno appena avvisata provvederemo al prelievo corretto di altri campioni da analizzare.
8.            NON SI SANNO E NON SI IPOTIZZANO CAUSE, almeno fino a quando non si conosce la materia e la sua entità, dopodiché sarà possibile ipotizzare cause e provenienze non necessariamente in quest'ordine. Ad una prima ipotesi, in un primo video nel buio delle 3:30 di mattina e alla luce di uno smartphone, è stato ipotizzato che qualcuno avesse erroneamente fatto una chiusura di un tubo con del catrame, era una prima ipotesi plausibile visto che il fenomeno non era immediatamente spiegabile e viste le diverse disposizioni di tubi nuovi. Questo era udibile nel primo video pubblicato e non è stato tagliato ma, decisamente, non era più la stessa ipotesi dalle 4 e mezza di mattina, da allora non c'era più materiale su cui ipotizzare alcunché.
9.            abbiamo SUBITO avvisato tuttI, autorità competenti COMPRESE, Forze dell'Ordine, Comune, Asl, Arpat, soggetti direttamente interessati alla fonte. Non è vero che abbiamo atteso un giorno ad avvisare: l'allarme è stato dato alle ore 4:45 della mattina del giorno 8 Marzo mentre il fenomeno è presumibilmente iniziato tra le 23  e la mezzanotte del giorno 7 Marzo; il primo ad accorgersi del fenomeno è stato il Presidente della nostra associazione che giunse lì alle una del 9 Marzo 1:10; nessuno precedentemente chiamò o avvisò il Presidente o altri per fare presente il fenomeno ore prima; il Presidente era a Petriolo per proprio conto, come di norma fa di tanto in tanto passandoci la nottata fino alle prime luci della mattina;  al suo arrivo trovò vari utenti già presenti in loco e nessuno si accorse minimamente di quello che stava accadendo; una volta capito dal Presidente che stava avvenendo un fenomeno non regolare, avvisò immediatamente gli utenti presenti che però non credettero inizialmente alle sue parole, tanto è vero che non avevano alcuna intenzione di uscire dalle pozze fin quando poi, dopo tempo, finalmente si ricrebbero vedendosi anneriti in tutto il corpo; la scoperta del fenomeno è avvenuta attorno alle 3:30, gli utenti presenti furono convinti non prima delle 4:15;  dalle 3:30 le prime considerazioni, le prime foto, i primi video non furono pubblicati nei canali dell'associazione per mancanza totale di segnale cellulare; alle 4:45, durante il frettoloso rientro a casa del Presidente per avvisare chiunque, è stato possibile iniziare ad allertare. Non è assolutamente vero che è stato sottovalutato il fenomeno o che è stato atteso troppo tempo prima dell'allarme; è vero che in molti, oltre gli utenti, non ci hanno inizialmente creduto o non hanno inizialmente creduto che il fenomeno fosse davvero di questa entità, salvo poi ricredersi, tutti.
10.          NON ABBIAMO EMESSO COMUNICATI STAMPA PRIMA DI QUESTO. Tra i soggetti interessati direttamente alla fonte, prima nominati, c'è Italia Nostra, associazione nazionale di massimo rispetto ed estrema competenza con cui collaboriamo e sinergicamente lavoriamo oramai da anni per la completa risoluzione di tutta l'area di Petriolo. Essa è stata immediatamente avvisata, tanto è vero che Italia Nostra, grazie alle nostre notizie e alle prime immagini fornite dal Presidente e da altri soci intervenuti nella prima mattinata, ha emesso subito, nella mattina del 8 Marzo, un comunicato stampa in cui viene riportata la nostra scoperta e il nostro allarme; abbiamo effettuato solamente informazione generale tramite la nostra pagina Facebook cercando di riportare aggiornamenti ogni qual volta ne fossimo a conoscenza certa; siamo stati contattati da giornalisti a cui abbiamo risposto alle loro domande fino a dove sapevamo senza specificare una posizione ufficiale su quanto stava accadendo; questo è accaduto, per quanto riferitoci, sia a noi che a Italia Nostra; nel tardo pomeriggio del 9 Marzo siamo stati contattati da giornalisti ma eravamo tutti impossibilitati a rispondere e abbiamo indicato un componente di Italia Nostra da poter intervistare perché come noi è informato sui fatti. La sinergia tra le due associazioni è stata fino ad ora fondamentale e lo sarà anche in futuro.
11.          NON CELIAMO E NON NASCONDEREMO ALCUNA INFORMAZIONE RIGUARDANTE IL FENOMENO. La nostra cautela e le nostre preoccupazioni su ipotesi esternate (da soci o simpatizzanti o semplici utenti fatti a Petriolo o sui social) non sono atti di codardia o inadeguatezza, come qualcuno ha voluto far intendere, ma atti di buon senso: è impensabile insinuare a destra o a manca senza uno straccio di elemento su cui basarsi. Quando sapremo qualcosa inizieremo a ipotizzare, quando avremo notizie certe potremo indagare e, se fosse necessario, accusare chi va accusato. Fino ad allora lungi da noi qualsiasi insinuazione. Se le cause fossero solo naturali non accuseremo la natura di fare il suo corso ma cercheremo una soluzione per rimettere tutto a posto, sempre che sia possibile. Se qualcuno diverso dalla natura avrà responsabilità su quanto accade ci muoveremo perché venga ripristinato tutto e fatta giustizia.
La paura esiste, certo che esiste: paura di avere perso per sempre Petriolo; paura di un dissesto idrico e geologico; paura di un inquinamento da cause sconosciute; paura che i lavori del cantiere per i viadotti c'entrino qualcosa; paura di qualcosa di irrimediabile con causa sia naturale che artificiale. La paura esiste, saremmo tutti pazzi ad affermare il contrario, il timore ci accompagna tutta la giornata ma non è motivo per celare informazioni, sparare ipotesi o insinuare chissà cosa: non lo abbiamo fatto e non lo faremo mai senza logica.
Noi, in tutto questo, ci muoviamo e operiamo, a dispetto anche degli impegni personali, con sguardo positivo e ottimista che il fenomeno sia di una gravità minore di quanto adesso appare, che tutto si risolverà nel più breve tempo possibile. Ma è solo quello che possiamo sperare ed è solo quello che vi possiamo dire oltre alle informazioni certe. Sappiamo che è poco ma di questo poco per adesso dobbiamo tutti accontentarci. Fino a quando non avremo informazioni certe sul fenomeno vi invitiamo tutti quanti a rispettare il divieto di balneazione a Bagni di Petriolo emanato dal Sindaco, atto di responsabilità corretto, coerente e congruo: non sappiamo di cosa si tratta, non sappiamo se e quanto possa nuocere.
Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore questo luogo di aiutarci a sensibilizzare l'opinione pubblica, anche tramite i social media: esiste un hashtag e in caso vi invitiamo ad utilizzarlo #savepetriolo. Grazie.
A nuove notizie emaneremo altri comunicati.
Viva Petriolo e la Val di Farma.

per l'Associazione gli Amici Dei Bagni Di Petriolo

il Presidente                     il responsabile ufficio stampa
        Fabio Fantoni                              Carlo Giannarelli




lunedì 17 novembre 2014

Importante Relazione Tecnica su Bagni di Petriolo

Riportiamo di seguito la relazione effettuata dal Geom. Giancarlo Minocci il 4 Agosto 2014.
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                                                                                                          Monticiano li, 04/08/2014


OGGETTO : Osservazione sulla visita al Cantiere presso le Terme di Petriolo del 23/07/2014.

Io sottoscritto geom. Giancarlo Minocci, in qualità di tecnico incaricato dall’Associazione Italia Nostra e dall’Associazione “Amici dei Bagni di Petriolo”  a ispezionare il cantiere presso il sito Storico Termale di Petriolo, insieme ad un collaboratore e ai rappresentati delle Associazione di cui sopra, faccio presente quanto riscontrato nel sopralluogo effettuato il pomeriggio di Mercoledi 23/07/2014 nell’area di Petriolo interessata dalle attività del cantiere, con particolare riferimento agli interventi effettuati sulle strutture storiche ed all’ impatto sull’ambiente naturale delle piste di cantiere costruite  ed utilizzate  nell’area di Petriolo.

Durante il sopralluogo  è stato possibile ispezionare:
1.    Il tratto della cinta muraria a delimitazione del vecchio complesso storico vicino all’ingresso del cantiere dalla strada Provinciale (denominato nei Testimoniali di Stato “Tratto 3 Faccia Nord Est”), in parte oggetto di lavori di consolidamento, 
2.    La  chiesa, adiacente alla pista di cantiere, sia al piano terreno che al seminterrato dove si trovano le vasche del complesso termale storico,
3.    Il  tratto della cinta muraria lungo il fiume (denominato nei Testimoniali di Stato “Tratto 4 – Faccia Nord Est mentre nei  progetti viene denominato “tratto D”)
4.     Il  tratto della cinta muraria (denominato nei Testimoniali di Stato “Tratto 1 – Faccia Nord Est e nei progetti “tratto C”) al di sopra della strada di cantiere.


La visita è stata  limitata solo alla visione di questi interventi, visto che è stata interrotta al momento in cui ci si spostava sulla pista di cantiere lungo il fiume Farma per raggiungere le altre piste di cantiere realizzate a monte del complesso storico in modo da verificarne la realizzazione  e i lavori di regimazione delle acque meteoriche.
L’interruzione è stata obbligata dal tecnico Responsabile della Sicurezza ANAS, visto  che alcuni rappresentanti delle Associazioni in mia compagnia erano privi dei relativi DPI necessari all’interno del cantiere, nonostante il sopralluogo fosse concordato con il Prefetto di Siena, con i dirigenti ANAS e con la ditta appaltante Nuovo Farma scarl, e si svolgesse in una zona priva di interferenze con le lavorazioni (a parte il transito di alcune autovetture sulla strada che provenivano dal cantiere).
Arrivati nella zona del cantiere e dopo le presentazioni di rito, i tecnici Strabag, Anas ed i responsabili degli interventi di messa in sicurezza, ci hanno condotto lungo la strada Provinciale a visionare il tratto di mura oggetto di intervento dove tutt’ora la parte prospiciente la strada è contornata da un ponteggio di una certa importanza.
Il ponteggio è stato montato pensando ad una situazione di degrado generale, tuttavia l’Architetto e l’Ingegnere incaricati hanno dichiarato che i lavori si sono limitati alla ripulitura di un piccolo tratto delle mura dalla vegetazione e poi a  lavori di consolidamento della sommità, che versava in stato di degrado, mentre i paramenti laterali una volta ripuliti sono risultati in buono stato conservativo, visto che erano stati già oggetto di lavori di consolidamento negli anni passati.
A seguito di quando dichiarato dai tecnici, ritengo che la ripulitura dalla vegetazione poteva essere eseguita  utilizzando un cestello e successivamente montare  un ponteggio  limitato al recupero della sommità deteriorata delle mura.
Peraltro i Testimoniali di Stato evidenziavano, su questo tratto di mura,  la presenza di fitta vegetazione e non di altre criticità;  viene da pensare che la continua presenza, nonostante i lavori siano terminati, di un ponteggio così maestoso nei pressi della strada Provinciale, risponda allo scopo  di   far apparire un  interesse alla tutela del sito storico da parte delle aziende impegnate nella costruzione del nuovo viadotto.
Il sopralluogo è continuato con la visione dei lavori di manutenzione eseguiti nella chiesa che, come illustrato dall’Ingegnere e dall’Architetto incaricati, si sono limitati ad opere di manutenzione con lo smontaggio del manto di copertura, il ripristino della gronda con la sostituzione di alcune foratelle degradate dal tempo con materiale simile a quelle esistente, ottenendo alla fine un intervento sulla gronda scadente.
Cosa diversa sarebbe stata  se le  foratelle fossero state sostituite con le mezzane, materiale tipico di quel periodo e resistente agli agenti atmosferici.

Una volta risistemata la gronda, è stato eseguito un massetto superiore alle falde del tetto di alcuni centimetri con  impermeabilizzante; ricollocamento  del manto di copertura dopo averlo ripulito e integrato con materiale nuovo in sostituzione di quello usurato dal tempo. Sono state collocate nuove grondaie e nuovi impluvi in rame, anche se al momento prive di regimazione  a terra.
Sul campanile a vela sono stati eseguiti lavori di manutenzione al paramento murario e la campana è stata calata a terra e mandata in fonderia per la sistemazione. Alla fine  verrà  ricollocata nella sua sede naturale.
Ho constatato che nell’angolo della sacrestia più vicino e limitrofo alla pista di cantiere, sono presenti e ben visibili delle setole (vedi  foto n° 1).
Ho domandato all’Ingegnere se fossero previsti lavori di consolidamento dei muri perimetrali con la tipologia dello scuci e cuci. Mi ha risposto che non sono previsti lavori di consolidamento, visto che presumono che dette fessurazione interessino solo l’intonaco e che comunque, per precauzione, è stato posto un fessurimetro elettrico  collegato all’impianto di monitoraggio, che ad oggi non ha riscontrato sollecitazioni trasmesse al fabbricato  durante i lavori.
Dette  fessurazioni sono visibili  nella parete esterna del fabbricato adiacente alla pista di cantiere, dove tra l’altro sul prospetto esterno corrisponde la chiave di una catena, e sono state già citate nei Testimoniali di stato; tuttavia  non escludo che la parete sia stata sollecitata dalle vibrazioni trasmesse dal transito dei mezzi di lavoro sulla pista, anche perchè i responsabili del cantiere hanno dichiarato  che, ad oggi, sono stati gettati, per la realizzazione del pilone del viadotto circa 5.000 mc. di cemento,  pari a circa 500 autobotti e ne rimangono da gettare ancora circa 700 mc.
Il fabbricato oltre ad avere risentito delle sollecitazione trasmesse dalle autobotti, ha sicuramente subito le vibrazione durante i lavori di spianamento del materiale inerte con il rullo compressore. Inoltre, nel prossimo futuro la chiesa  sarà sicuramente sollecitata dalle vibrazioni provocate dall’escavatore per la prevista demolizione del  vecchio stabilimento termale, per la realizzazione del piazzale e dal transito dei mezzi che trasporteranno i materiali di risulta della demolizione del vecchio viadotto.

Per tali motivi sarebbe opportuno migliorare il monitoraggio tramite accelerometri idonei a monitorare il fenomeno vibratorio che può in questi casi prolungarsi anche per alcuni secondi a causa sia delle complesse interazioni tra le onde sismiche sia delle loro differenti velocità di propagazione in quanto il criterio di pericolosità o danno per una struttura è caratterizzato dai parametri di vibrazione (ampiezza spostamento, velocità, accelerazione, periodo e frequenza) tali da essere sempre connessi con il tipo di terreno e la struttura interessata dall'evento.
Poiché le vibrazioni negli edifici hanno frequenza leggermente più bassa rispetto a quella delle vibrazioni del terreno, è opportuno rilevare tali valori   per verificarne “la possibile messa in risonanza della struttura” che nel nostro caso a livello di pavimento potrebbe tollerare max frequenze pari a 8 e velocità di vibrazione inferiori a 5 mm/sec !!) in modo da poter essere certi che il fabbricato non subisca danneggiamenti.
Le stazioni di monitoraggio approntate allo stato attuale, costituite da fessurimetri elettrici ed inclinometri, sono da considerarsi valide nel medio lungo periodo al solo fine di prevedere movimenti del terreno circostante – infatti, ad oggi, il cantiere segnala spostamenti strumentali pressochè nulli in sintonia con quanto teoricamente atteso-  mentre il breve periodo è fuori range poiché non monitorato; la struttura potrebbe collassare per le vibrazioni ma le fessure attualmente monitorate potrebbero per assurdo continuare a segnare 0 spostamento.
Tra l’ altro l’impianto di monitoraggio incrementato della strumentazione sopra relazionata corrisponderebbe alle indicazioni fatte al punto 6 della lettera prot. n° 9952 del 24/07/2013 emessa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Siena e Grosseto.
Continuando la visita, notati anche altri movimenti in alto alla parete di valle verso il fiume a ridosso della capriata, (vedi foto n° 2), tra l’altro accentuati rispetto alla foto n° 74 dei Testimoniali di Stato, ho chiesto se, nel rifare il tetto, fosse stato eseguita una cerchiatura perimetrale con il posizionamento di una piastra in ferro collegata ai muri perimetrali tramite connettori  per unire e consolidare tutta la struttura portante del tetto in legno in modo da contenere e sopportare eventuali movimenti.
Detto intervento, a mio avviso, avrebbe avuto un’ incidenza minima sui costi.
A questa specifica domanda, sia l’ Ingegnere che il Direttore Tecnico Nuovo Farma scarl,  mi hanno ribadito che non sono stati fatti lavori di consolidamento strutturale, ma sole opere di manutenzione così come previsto dal progetto proposto e approvato delle varie autorità competenti che ad oggi hanno comportato un costo di € 150.000,00 anticipate dalla ditta Strabag.

Scendendo al piano inferiore dove sono le vecchie vasche storiche, abbiamo rilevato che è stato eseguito l’ impalcato, di una certa consistenza, a sostegno delle volte del solaio superiore come riportato negli elaborati pubblicati nel sito e sono stati  eseguiti lavori di consolidamento su una porzione del muro perimetrale interrato e di cerchiatura su un pilastro.
Non ho potuto controllare con scrupolo se sono stati eseguiti tutti i lavori in modo da mettere in sicurezza tutte le problematiche rilevate  e pubblicate nei Testimoniali di Stato, visto che al momento della visita  ne ero sprovvisto e la presenza dell’ impalcato non mi ha permesso di entrare all’ interno per visionare con scrupolosità.

L’impalcato sarà mantenuto per l’intero periodo del cantiere in modo da evitare dei movimenti causati dai lavori, senza pensare minimamente ad eseguire opere che, oltre a mantenere l’immobile in sicurezza, perdurino nel tempo in modo da renderlo visitabile.
Tra l’altro (vedi foto n. 3), non sono stati eseguiti e non sono previsti interventi per sostituire il cotto mancante o deteriorato nel marciapiede, non è stato fatto alcun saggio per visionare il canale al di sotto del marciapiede, che probabilmente  serviva per regimare le acque piovane o addirittura per raccogliere le acque provenienti dalle vecchie vasche.
A proposito dei lavori eseguiti nel vano interrato delle vecchie vasche, invece di spendere delle cifre consistenti per realizzare un impalcato a protezione delle volte esistenti per l’ intera superficie, avrei ritenuto più consono averlo fatto solo nella parte interessata al recupero del muro perimetrale o del pilastro degradato e per quanto riguarda l’altra parte  mi sarebbe sembrato più giusto eseguire dei lavori di consolidamento delle volte stesse, come sabbiatura e verniciatura dei profilati,  collegamento tra questi ultimi in modo da rendere il solaio idoneo a sopportare fin da ora eventuali sollecitazioni trasmesse dalla lavorazione. Questi lavori avrebbero consentito di ottenere un locale completamente recuperato, messo in sicurezza e visitabile al momento dello smantellamento del cantiere.

Successivamente la visita si è concentrata sui tratti di cinta muraria a monte del fabbricato della chiesa interrotti tra loro dalla pista di  cantiere.
Il tratto a ridosso del fiume, (denominato nei Testimoniali di Stato  “Tratto 4 – Faccia Nord Est mentre nei  progetti viene  denominato tratto D), versa in uno stato di degrado totale e ad oggi è ancora invaso dalla vegetazione.
Non sono ancora iniziati i lavori di recupero, perché ritenuti pericolosi per le maestranze. L’ingegnere incaricato ha dichiarato di essere in trattativa  sul da farsi con la  Soprintendenza di Siena e pensa di intervenire con un grosso cestello in modo da passare sopra alle mura per poterle ripulire dalla vegetazione in ambo i lati.
Una volta ripulite, si  prevede di recuperare le parti ancora in piedi con malte specifiche, mentre per le parti franate ha proposto di realizzare un paramento a blocchi o mattoni di muratura continua opportunamente ancorato alle parti di muro esistente completamente intonacato con malta a rinzaffo storico riprendendo la stuccatura del paramento a faccia vista.
 Questo tratto di mura versa in uno stato di degrado totale, ed è a ridosso del fiume, dove i bagnanti, causa chiusura di qualunque accesso al fiume a monte del ponte di Petriolo, transitano costeggiando il tratto di mura per poter fruire dei vari tomboli d’acqua a monte del complesso monumentale.

Il ritardare i lavori  di manutenzione, tra l’altro in un periodo estivo, può essere pericoloso, visto il flusso di persone che si riversa sulle sponde del fiume. Potrei suggerire di procedere ad eseguire l’ intervento utilizzando il  cestello sia per ripulire i resti delle mura  dalla vegetazione che per far cadere la parte maggiormente degradata. Una volta fatte franare le parti pericolose, di conseguenza messa in sicurezza l’ area, potrebbero  essere ricostruite utilizzando le stesse pietre in loco precedentemente fatte cadere e opportunamente ripulite e murate con l’utilizzo di una  normale malta cementizia senza la necessità di utilizzare malte particolari da restauro con costi elevati. Tengo inoltre a far presente che il ritardo della messa in sicurezza di questo tratto di cinta muraria, nonostante il cantiere sia in fase avanzata dei lavori, è in netto contrasto con le indicazioni  riportate al punto 4 della lettera prot. n° 9952 del 24/07/2013 emessa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Siena e Grosseto, che prevedeva, prima dell’ inizio lavori, a fini precauzionali, di ripristinare la continuità della tessitura muraria. Contrasta anche con le indicazioni  del punto 6 dove nei tratti di cinta muraria attraversati dalla viabilità di cantiere era prevista la realizzazione di opportuni presidi di protezione, sia come puntellamenti, rivestimenti temporanei della sezione muraria, sia come presidi antivibrazione della pavimentazione (vedi indicazioni fatte per il monitoraggio al fabbricato della chiesa) .
Siamo inoltre stati messi al corrente che al di sotto della cinta muraria, una volta messa in sicurezza, verrà realizzata lungo la sponda del fiume una scogliera con grosse pietre bloccate con malta cementizia, in modo da cercare di proteggerle dalla furia del fiume nel periodo invernale.
Mi sorge il dubbio che l’utilizzo di questa scogliera non sia previsto solo  per proteggere la porzione di cinta muraria dal fiume in piena, ma anche per il fatto che è stato alterata la quota della strada di accesso al cantiere lungo il fiume con rilevati per un’ altezza consistente – circa 1,5 metri -  causando una diversa regimazione delle acque meteoriche che hanno comportato un ruscellamento con relativa erosione della sponda del fiume tra la fine delle mura e la Chiesa. In questa zona  al momento del sopralluogo c’erano evidenti ristagni idrici.
Il rialzamento di quota inerente la strada di cantiere, anche se non quotato,  non è contemplato nella sezione del progetto pubblicato nel sito che prende in esame il tratto di strada adiacente le cinta murarie nominate nel progetto come tratto D.
Nel tratto di cinta muraria al di sopra della strada, invece, sono iniziati gli interventi. I lavori ad oggi eseguiti sono quelli riguardanti il  montaggio del ponteggio e alla sommità è stata realizzata una particolare imbracatura con rete elettrosaldata per contenere un grosso masso che rischiava di cadere nella strada di cantiere mettendo a rischio il personale e i mezzi che vi transitavano sotto.
Usciti fuori dall’area del cantiere delimitata, ci siamo avvicinati al tratto di cinta muraria a valle del ponte di Petriolo a ridosso delle vasche naturali ricavate nella sponda del fiume e utilizzate per tutto l’ arco dell’ anno dai bagnanti. Anche detto tratto di cinta muraria si trova in pessimo stato conservativo con parti di paramento mancanti ( vedi  foto n. 4 ).
L’intervento di messa in sicurezza,  nonostante l’evidente  stato di degrado, non è, ad oggi, iniziato ed è stato rimandato  con la motivazione di non creare ulteriori difficoltà ai fruitori della vasche libere.
Il ritardo della messa in sicurezza, anche in questo tratto di cinta muraria, può creare dei problemi di incolumità per le  persone che normalmente fanno il bagno sulle sponde del fiume sottostante, in area demaniale.
Con l’avvicinarsi alle mura, i rappresentanti dell’Associazione Italia Nostra e dell’ Associazione “Amici dei Bagni di Petriolo” facevano notare ai tecnici incaricati che,a seguito della costruzioni delle piste, a monte del complesso storico, di accesso al cantiere, hanno causato dei problemi di regimazione delle acque meteoriche, visto che si sono concentrate a valle grosse quantità d’acqua, senza aver previsto interventi di pulizia delle fossette comportando  una tracimazione delle acque sulla  strada di accesso al fiume rendendola in alcuni tratti pericolosa.

Per migliorare ciò, sarebbe opportuno realizzare un intervento di miglioramento della sentieristica che dalla strada provinciale porta alle sponde del fiume. I tecnici,  alla richiesta di ripristino del tratto di strada per accedere al fiume, facevano notare che si trattava di una zona esterna al cantiere e di conseguenza al di fuori della loro competenza e vincolata dove per poter intervenire era necessario  richiedere una moltitudine di autorizzazioni con tempi di rilascio lunghi.
A quel punto ho fatto notare che anche se si trattava di una zona esterna al cantiere, era l’unica via per poter accedere al tratto di mura oggetto di intervento e di conseguenza poteva essere inglobata come pista di accesso al cantiere convogliando le persone al fiume tramite un piccolo sentiero a ridosso della porta della vecchia cinta muraria.
Tra l’altro anche se trattasi di una zona sottoposta a Vincolo paesaggistico ex l.1497/39 e nella fascia del Fiume ai sensi D.lgs 42/2004 ex L. 1497/1939 ai sensi della lettera  a)  dell’ art. 149 del D.lgs 42/2004 e s.m.i.,  gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico e di restauro conservativo che non alterino lo stato dei luoghi e l'aspetto esteriore degli edifici sono ammessi senza autorizzazione o al massimo in procedura semplificata visto che potrebbero rientrare al punto 13 dell’ Allegato 1 ai sensi del DPR 139/2010.
Per quanto riguarda il Vincolo Idrogeologico l’ art. 98 del  D.P.G.R. n°48/R ammette lavori di manutenzione eseguibili senza autorizzazione o dichiarazione, in particolare al comma 2 sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria della viabilità a fondo naturale  a condizione che non comporti modificazione dell’ ampiezza della sede stradale o la risagomatura andante delle scarpate. In particolare nelle opere di  manutenzione ordinaria comprende  i seguenti interventi:
a) livellamento del piano viario;
b) ricarico con inerti;
c) ripulitura e risagomatura delle fossette laterali;
d) tracciamento o ripristino degli sciacqui trasversali;
e) ripristino di tombini e di attraversamenti esistenti;
f) rimozione di materiale franato dalle scarpate e risagomatura localizzata delle stesse;
g) rinsaldamento delle scarpate con graticciate o viminate;
h) installazione di reti parasassi;
i) taglio della vegetazione forestale, con le modalità indicate all’articolo 41
Per il fatto di essere in una zona all’ interno del  SIC visto che gli interventi di manutenzione riguarderebbero  il livellamento del piano viario esistente a seguito di un un ricarico di materiale inerte e la ripulitura e risagormatura delle fossette e gli sciacqui esistenti senza incidere sulla vegetazione,  a mio avviso è  un  intervento che non presenta incidenza.
Durante la visita, seppur limitata, non ho visto cartelli nell’area adiacente alle mura  e alla chiesetta con limiti di velocità, limiti di portata o numero massimo di mezzi giornalieri ammessi ecc. ecc. come indicato al punto 7 della lettera prot. n° 9952 del 24/07/2013 emessa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Siena e Grosseto.

A conclusione faccio presente che la presente relazione è il risultato tra quanto detto dai tecnici della Nuovo Farma scarl, da quelli addetti al recupero della chiesa e delle mura durante il sopralluogo e da  una breve visione sul sito ANAS,  oltre alle sensazioni provate direttamente  durante la visita all’interno del cantiere.
Per formalizzare un’ analisi più dettagliata bisognerebbe mi fosse data al possibilità di visionare con estrema precisione i Testimoniali di stato antecedenti l’inizio dei lavori e tutto il materiale riguardante il progetto di manutenzione previsto,  di essere messo a conoscenza delle letture fatte sull’impianto di monitoraggio posto all’ interno della chiesetta, del capitolato dei lavori di restauro appaltati,  in modo da poter suggerire anche interventi, alternativi a quelli previsti, più duraturi nel tempo e non limitati al periodo del cantiere.
Tengo inoltre a far presente che durante la visita ho notato che l’area  delimita da recinzione, dove sono situati i pozzi dell’ acqua termale a ridosso della cinta muraria, anche se non oggetto d’incarico, non mi sembra che venga mantenuta in uno stato decoroso per un complesso storico come potrebbe essere la zona di Petriolo e per tale motivo allego foto n. 5, affinché possiate prendere visione e farvi una vostra idea in merito.
Oltre alle fotografie specificate sopra ne allego altre fatte durante il sopralluogo.

In fede
                                                            

                                                           geom. Giancarlo Minocci











mercoledì 18 giugno 2014

Terme di Petriolo: degrado continuo.



~  promesse: belle parole! ~



I visitatori e gli utenti delle vasche libere ai Bagni di Petriolo sono sempre più numerosi, rimane invece costante l’atteggiamento ed il comportamento omissivo delle istituzioni che dovrebbero interessarsi della tutela ambientale e sanitaria di una risorsa turistica così frequentata.
Mesi fa, il 18 marzo 2014, all’ incontro pubblico convocato dal Comune di Monticiano per “fare il punto” sullo stato del cantiere e relativo impatto sull’area dei bagni, il Prefetto di Siena, Dr. Saccone, dichiarò il ruolo attivo delle associazioni nella tutela dei beni ambientali e storici, come la chiesa e la cinta muraria, la cui stabilità è minacciata da una pista di cantiere che Anas ha scelto di far passare all’interno dell’area storico monumentale.
Le associazioni, “Italia Nostra”, sezione di Siena e “Amici dei bagni di Petriolo” espressero, anche presentando una perizia tecnica, perplessità sugli interventi - impropriamente definiti di “restauro” - di messa in sicurezza degli immobili; fecero notare come anche a quell’incontro non fosse presente la società Unipol, proprietaria dell’area e degli edifici storici e quindi interlocutore fondamentale per qualsiasi progetto o intervento su Petriolo.
Il rappresentante dell’Anas dichiarò, anche su stimolo ed invito del Prefetto, di essere disponibile ad accogliere alcune richieste delle associazioni, precedentemente negate, quali un miglioramento del sito internet dedicato ad informare la cittadinanza sullo stato dei lavori, il concordare visite al cantiere dei tecnici indicati dalle associazioni, il fornire maggiori informazioni sugli accordi intercorsi con Unipol in merito alla gestione dell’area e degli immobili.


Il Sindaco di Monticiano fece propria e ribadì la richiesta ad Anas di rendere più agevole e sicuro l’accesso alle vasche, danneggiato dalla cattiva regimentazione delle acque pluviali ad opera del cantiere; questo minimo intervento sarebbe stato un doveroso gesto di buona volontà e di rispetto per i visitatori ai quali il cantiere ha, di fatto, impedito l’accesso al corso del fiume Farma. Inoltre il Comune si sarebbe fatto parte attiva per convocare, sotto l’egida della Regione Toscana, un tavolo di concertazione per valutare e proporre interventi di tutela e recupero dell’area.
Il Prefetto si propose come garante della realizzazione di quanto era emerso, in clima costruttivo, nella riunione; tuttavia le promesse e gli impegni di Anas e del Comune di Monticiano rimangono lettera morta.
Le associazioni hanno sollecitato, finora senza esito, l’ intervento di garanzia della Prefettura per l’esecuzione degli interventi concordati: tuttavia ci rivolgiamo ancora al Prefetto, come figura di garanzia, affinché intervenga nell’ambito delle proprie funzioni, per far rispettare, non solo gli impegni presi in un incontro pubblico, ma anche le competenze istituzionali, in materia di tutela sanitaria ed ambientale, da tempo disattese dalle amministrazioni, comunale e provinciale, competenti per territorio.

Documento congiunto.
Per “Gli Amici dei Bagni di Petriolo” - Angelo Isola, Presidente
Per “Italia Nostra” sez. Siena - Lucilla Tozzi, Presidente

lunedì 24 marzo 2014

Quando scoprire l'acqua calda non è così banale (VOL.I)

Iniziamo una pubblicazione di dati, affermazioni e riflessioni dell'Associazione e non riguardanti lo stato di Bagni di Petriolo. La dizione VOL.I indica chiaramente che reputiamo (purtroppo) un prosieguo lungo della rubrica.



mercoledì 19 marzo 2014

E VISSERO FELICI E CONTENTI

le terme libere rimarranno aperte! ~


I Prefetti di Siena e Grosseto hanno visitato Martedì 18 Marzo Bagni di Petriolo per fare il punto, con i tecnici Anas, sugli interventi di messa in sicurezza degli immobili storici del complesso termale attraversato dalla pista di cantiere necessaria per la costruzione del nuovo viadotto sul Farma. 
La chiesa di Papa Pio II e la cinta muraria del complesso, già in precarie condizioni, erano ulteriormente messe a rischio dal transito, nelle immediate vicinanze, dei pesanti mezzi di cantiere; gli “Amici dei Bagni di Petriolo”, “Italia Nostra” ed altre associazioni avevano richiesto e sollecitato la tutela di questo patrimonio; la Soprintendenza ai beni architettonici aveva prescritto precisi interventi di messa in sicurezza che, dopo il lungo iter amministrativo e di progettazione, sono finalmente iniziati nei giorni scorsi.
Dopo la visita all'area di cantiere, si è tenuto presso il comune di Monticiano un incontro cui hanno partecipato anche i rappresentanti delle associazioni.
Il Prefetto di Siena, Dott. Saccone si è ritenuto soddisfatto di quanto si sta realizzando ed ha ricordato come tutta la tematica della conservazione di Petriolo sia stata sollecitata dalla associazioni in un incontro organizzato nel Giugno 2013 presso la Prefettura di Siena.
La presenza del cantiere Anas ha acceso l’attenzione su Bagni di Petriolo, prima spesso ricordato solo per la colpevole situazione di degrado in cui è stato lasciato per anni, con conseguenti problemi anche di ordine pubblico. Questo lascia sperare che anche nel prossimo futuro, superata l’emergenza del cantiere, continui l’attenzione per Petriolo.
Gli “Amici dei bagni di Petriolo” ed Italia Nostra hanno fatto notare la mancanza a questo incontro della società Unipol, proprietaria dell’area e della chiesa, e quindi interlocutore necessario per qualsiasi progetto ed intervento per il futuro dell’area.
Anas si è dimostrata, anche su stimolo ed invito del Prefetto, disponibile ad accogliere alcune richieste, precedentemente negate, delle associazioni, quali un miglioramento del sito dedicato ad informare sullo stato dei lavori, a concordare visite al cantiere dei tecnici indicati dalle associazioni, a fornire maggiori informazioni sugli accordi intercorsi con Unipol.
In questo clima di dialogo aperto, riconosciuto il ruolo attivo delle associazioni nella tutela dei beni storici ed ambientali, senza il quale non sarebbero iniziati i lavori di messa in sicurezza, il Sindaco di Monticiano ha fatto propria e ribadito la richiesta, già avanzata mesi fa dalle associazioni, ad Anas di contribuire, come gesto di buona volontà e rispetto per gli utenti delle vasche libere, a rendere più agevole e sicuro l’accesso alle vasche, danneggiato dalle piogge dei mesi scorsi.
Il Sindaco di Monticiano si farà parte attiva nel richiedere, come già più volte sollecitato un incontro con la Regione per aprire un tavolo di concertazione sul futuro di Petriolo. Ha inoltre riferito dell’impegno preso dal Presidente Rossi, nella sua recente visita a Bagni di Petriolo, di mantenere liberamente accessibili ai numerosi utenti le vasche di acqua termale sul bordo del fiume.

Tutte le immagini dell'avvenimento (138 foto).