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Monticiano
li, 04/08/2014
OGGETTO : Osservazione
sulla visita al Cantiere presso le Terme di Petriolo del 23/07/2014.
Io
sottoscritto geom. Giancarlo Minocci, in qualità di tecnico incaricato
dall’Associazione Italia Nostra e dall’Associazione “Amici dei Bagni di
Petriolo” a ispezionare il cantiere
presso il sito Storico Termale di Petriolo, insieme ad un collaboratore e ai
rappresentati delle Associazione di cui sopra, faccio presente quanto
riscontrato nel sopralluogo effettuato il pomeriggio di Mercoledi 23/07/2014 nell’area di Petriolo interessata dalle
attività del cantiere, con particolare riferimento agli interventi effettuati
sulle strutture storiche ed all’ impatto sull’ambiente naturale delle piste di
cantiere costruite ed utilizzate nell’area di Petriolo.
Durante il sopralluogo è stato possibile ispezionare:
1. Il
tratto della cinta muraria a delimitazione del vecchio complesso storico vicino
all’ingresso del cantiere dalla strada Provinciale (denominato nei Testimoniali
di Stato “Tratto 3 Faccia Nord Est”), in parte oggetto di lavori di
consolidamento,
2. La chiesa, adiacente alla pista di cantiere, sia
al piano terreno che al seminterrato dove si trovano le vasche del complesso
termale storico,
3. Il tratto della cinta muraria lungo il fiume (denominato
nei Testimoniali di Stato “Tratto 4 – Faccia Nord Est mentre nei progetti viene denominato “tratto D”)
4. Il
tratto della cinta muraria (denominato nei Testimoniali di Stato “Tratto
1 – Faccia Nord Est e nei progetti “tratto C”) al di sopra della strada di
cantiere.
La visita è stata limitata solo alla visione di questi interventi, visto che è stata interrotta al momento in cui ci si spostava sulla pista di cantiere lungo il fiume Farma per raggiungere le altre piste di cantiere realizzate a monte del complesso storico in modo da verificarne la realizzazione e i lavori di regimazione delle acque meteoriche.
L’interruzione è stata obbligata dal
tecnico Responsabile della Sicurezza ANAS, visto che alcuni rappresentanti delle Associazioni
in mia compagnia erano privi dei relativi DPI necessari all’interno del
cantiere, nonostante il sopralluogo fosse concordato con il Prefetto di Siena,
con i dirigenti ANAS e con la ditta appaltante Nuovo Farma scarl, e si
svolgesse in una zona priva di interferenze con le lavorazioni (a parte il
transito di alcune autovetture sulla strada che provenivano dal cantiere).
Arrivati nella
zona del cantiere e dopo le presentazioni di rito, i tecnici Strabag, Anas ed i
responsabili degli interventi di messa in sicurezza, ci hanno condotto lungo la
strada Provinciale a visionare il tratto di mura oggetto di intervento dove
tutt’ora la parte prospiciente la strada è contornata da un ponteggio di una
certa importanza.
Il ponteggio
è stato montato pensando ad una situazione di degrado generale, tuttavia
l’Architetto e l’Ingegnere incaricati hanno dichiarato che i lavori si sono
limitati alla ripulitura di un piccolo tratto delle mura dalla vegetazione e
poi a lavori di consolidamento della
sommità, che versava in stato di degrado, mentre i paramenti laterali una volta
ripuliti sono risultati in buono stato conservativo, visto che erano stati già
oggetto di lavori di consolidamento negli anni passati.
A
seguito di quando dichiarato dai tecnici, ritengo che la ripulitura dalla
vegetazione poteva essere eseguita
utilizzando un cestello e successivamente montare un ponteggio
limitato al recupero della sommità deteriorata delle mura.
Peraltro
i Testimoniali di Stato evidenziavano, su questo tratto di mura, la presenza di fitta vegetazione e non di
altre criticità; viene da pensare che la
continua presenza, nonostante i
lavori siano terminati, di un ponteggio così maestoso nei pressi della strada
Provinciale, risponda allo scopo di far apparire un interesse alla tutela del sito storico da
parte delle aziende impegnate nella costruzione del nuovo viadotto.
Il
sopralluogo è continuato con la visione dei lavori di manutenzione eseguiti
nella chiesa che, come illustrato dall’Ingegnere e dall’Architetto incaricati,
si sono limitati ad opere di manutenzione con lo smontaggio del manto di
copertura, il ripristino della gronda con la sostituzione di alcune foratelle
degradate dal tempo con materiale simile a quelle esistente, ottenendo alla
fine un intervento sulla gronda scadente.
Cosa diversa
sarebbe stata se le foratelle fossero state sostituite con le mezzane,
materiale tipico di quel periodo e resistente agli agenti atmosferici.
Una volta
risistemata la gronda, è stato eseguito un massetto superiore alle falde del
tetto di alcuni centimetri con
impermeabilizzante; ricollocamento
del manto di copertura dopo averlo ripulito e integrato con materiale
nuovo in sostituzione di quello usurato dal tempo. Sono state collocate nuove
grondaie e nuovi impluvi in rame, anche se al momento prive di regimazione a terra.
Sul campanile
a vela sono stati eseguiti lavori di manutenzione al paramento murario e la
campana è stata calata a terra e mandata in fonderia per la sistemazione. Alla
fine verrà ricollocata nella sua sede naturale.
Ho constatato
che nell’angolo della sacrestia più vicino e limitrofo alla pista di cantiere,
sono presenti e ben visibili delle setole (vedi foto n° 1).
Ho domandato
all’Ingegnere se fossero previsti lavori di consolidamento dei muri perimetrali
con la tipologia dello scuci e cuci. Mi ha risposto che non sono previsti
lavori di consolidamento, visto che presumono che dette fessurazione
interessino solo l’intonaco e che comunque, per precauzione, è stato posto un fessurimetro elettrico collegato all’impianto di monitoraggio, che
ad oggi non ha riscontrato sollecitazioni trasmesse al fabbricato durante i lavori.
Dette fessurazioni sono visibili nella parete esterna del fabbricato adiacente
alla pista di cantiere, dove tra l’altro sul prospetto esterno corrisponde la
chiave di una catena, e sono state già citate nei Testimoniali di stato;
tuttavia non escludo che la parete sia
stata sollecitata dalle vibrazioni trasmesse dal transito dei mezzi di lavoro
sulla pista, anche perchè i responsabili del cantiere hanno dichiarato che, ad oggi, sono stati gettati, per la
realizzazione del pilone del viadotto circa 5.000 mc. di cemento, pari a circa 500 autobotti e ne rimangono da
gettare ancora circa 700 mc.
Il
fabbricato oltre ad avere risentito delle sollecitazione trasmesse dalle
autobotti, ha sicuramente subito le vibrazione durante i lavori di spianamento
del materiale inerte con il rullo compressore. Inoltre, nel prossimo futuro la
chiesa sarà sicuramente sollecitata
dalle vibrazioni provocate dall’escavatore per la prevista demolizione del vecchio stabilimento termale, per la
realizzazione del piazzale e dal transito dei mezzi che trasporteranno i
materiali di risulta della demolizione del vecchio viadotto.
Per tali motivi sarebbe opportuno migliorare il monitoraggio tramite accelerometri idonei a monitorare il fenomeno vibratorio che può in questi casi prolungarsi anche per alcuni secondi a causa sia delle complesse interazioni tra le onde sismiche sia delle loro differenti velocità di propagazione in quanto il criterio di pericolosità o danno per una struttura è caratterizzato dai parametri di vibrazione (ampiezza spostamento, velocità, accelerazione, periodo e frequenza) tali da essere sempre connessi con il tipo di terreno e la struttura interessata dall'evento.
Poiché le vibrazioni negli edifici hanno frequenza
leggermente più bassa rispetto a quella delle vibrazioni del terreno, è
opportuno rilevare tali valori per
verificarne “la possibile messa in risonanza della struttura” che nel nostro
caso a livello di pavimento potrebbe tollerare max frequenze pari a 8 e
velocità di vibrazione inferiori a 5 mm/sec !!) in modo da poter essere certi che il
fabbricato non subisca danneggiamenti.
Le stazioni di monitoraggio approntate allo stato
attuale, costituite da fessurimetri elettrici ed inclinometri, sono da
considerarsi valide nel medio lungo periodo al solo fine di prevedere movimenti
del terreno circostante – infatti, ad oggi, il cantiere segnala spostamenti
strumentali pressochè nulli in sintonia con quanto teoricamente atteso- mentre il breve periodo è fuori range poiché
non monitorato; la struttura potrebbe collassare per le vibrazioni ma le
fessure attualmente monitorate potrebbero per assurdo continuare a segnare 0
spostamento.
Tra
l’ altro l’impianto di monitoraggio incrementato della strumentazione sopra
relazionata corrisponderebbe alle indicazioni fatte al punto 6 della lettera
prot. n° 9952 del 24/07/2013 emessa dalla Soprintendenza per i Beni
Architettonici e Paesaggistici di Siena e Grosseto.
Continuando
la visita, notati anche altri movimenti in alto alla parete di valle verso il
fiume a ridosso della capriata, (vedi foto n° 2), tra l’altro accentuati
rispetto alla foto n° 74 dei Testimoniali di Stato, ho chiesto se, nel rifare
il tetto, fosse stato eseguita una cerchiatura perimetrale con il
posizionamento di una piastra in ferro collegata ai
muri perimetrali tramite connettori per
unire e consolidare tutta la struttura portante del tetto in legno in modo da
contenere e sopportare eventuali movimenti.
Detto
intervento, a mio avviso, avrebbe avuto un’ incidenza minima sui costi.
A questa
specifica domanda, sia l’ Ingegnere che il Direttore Tecnico Nuovo Farma scarl, mi hanno ribadito che non sono stati fatti
lavori di consolidamento strutturale, ma sole opere di manutenzione così come
previsto dal progetto proposto e approvato delle varie autorità competenti che
ad oggi hanno comportato un costo di € 150.000,00 anticipate dalla ditta
Strabag.
Scendendo al
piano inferiore dove sono le vecchie vasche storiche, abbiamo rilevato che è
stato eseguito l’ impalcato, di una certa consistenza, a sostegno delle volte
del solaio superiore come riportato negli elaborati pubblicati nel sito e sono
stati eseguiti lavori di consolidamento
su una porzione del muro perimetrale interrato e di cerchiatura su un pilastro.
Non ho potuto
controllare con scrupolo se sono stati eseguiti tutti i lavori in modo da
mettere in sicurezza tutte le problematiche rilevate e pubblicate nei Testimoniali di Stato, visto
che al momento della visita ne ero
sprovvisto e la presenza dell’ impalcato non mi ha permesso di entrare all’
interno per visionare con scrupolosità.
L’impalcato sarà mantenuto per l’intero periodo del cantiere in modo da evitare dei movimenti causati dai lavori, senza pensare minimamente ad eseguire opere che, oltre a mantenere l’immobile in sicurezza, perdurino nel tempo in modo da renderlo visitabile.
Tra l’altro (vedi
foto n. 3), non sono stati eseguiti e non sono previsti interventi per
sostituire il cotto mancante o deteriorato nel marciapiede, non è stato fatto
alcun saggio per visionare il canale al di sotto del marciapiede, che
probabilmente serviva per regimare le
acque piovane o addirittura per raccogliere le acque provenienti dalle vecchie
vasche.
A
proposito dei lavori eseguiti nel vano interrato delle vecchie vasche, invece
di spendere delle cifre consistenti per realizzare un impalcato a protezione
delle volte esistenti per l’ intera superficie, avrei ritenuto più consono
averlo fatto solo nella parte interessata al recupero del muro perimetrale o
del pilastro degradato e per quanto riguarda l’altra parte mi sarebbe sembrato più giusto eseguire dei
lavori di consolidamento delle volte stesse, come sabbiatura e verniciatura dei
profilati, collegamento tra questi
ultimi in modo da rendere il solaio idoneo a sopportare fin da ora eventuali
sollecitazioni trasmesse dalla lavorazione. Questi lavori avrebbero consentito
di ottenere un locale completamente recuperato, messo in sicurezza e visitabile
al momento dello smantellamento del cantiere.
Successivamente
la visita si è concentrata sui tratti di cinta muraria a monte del fabbricato
della chiesa interrotti tra loro dalla pista di cantiere.
Il tratto a
ridosso del fiume, (denominato nei Testimoniali di Stato “Tratto 4 – Faccia Nord Est mentre nei progetti viene denominato tratto D), versa in uno stato di
degrado totale e ad oggi è ancora invaso dalla vegetazione.
Non sono
ancora iniziati i lavori di recupero, perché ritenuti pericolosi per le
maestranze. L’ingegnere incaricato ha dichiarato di essere in trattativa sul da farsi con la Soprintendenza di Siena e pensa di
intervenire con un grosso cestello in modo da passare sopra alle mura per
poterle ripulire dalla vegetazione in ambo i lati.
Una volta
ripulite, si prevede di recuperare le
parti ancora in piedi con malte specifiche, mentre per le parti franate ha
proposto di realizzare un paramento a blocchi o mattoni di muratura continua
opportunamente ancorato alle parti di muro esistente completamente intonacato
con malta a rinzaffo storico riprendendo la stuccatura del paramento a faccia
vista.
Questo tratto di mura versa in uno stato di
degrado totale, ed è a ridosso del fiume, dove i bagnanti, causa chiusura di
qualunque accesso al fiume a monte del ponte di Petriolo, transitano
costeggiando il tratto di mura per poter fruire dei vari tomboli d’acqua a
monte del complesso monumentale.
Il ritardare i lavori di manutenzione, tra l’altro in un periodo estivo, può essere pericoloso, visto il flusso di persone che si riversa sulle sponde del fiume. Potrei suggerire di procedere ad eseguire l’ intervento utilizzando il cestello sia per ripulire i resti delle mura dalla vegetazione che per far cadere la parte maggiormente degradata. Una volta fatte franare le parti pericolose, di conseguenza messa in sicurezza l’ area, potrebbero essere ricostruite utilizzando le stesse pietre in loco precedentemente fatte cadere e opportunamente ripulite e murate con l’utilizzo di una normale malta cementizia senza la necessità di utilizzare malte particolari da restauro con costi elevati. Tengo inoltre a far presente che il ritardo della messa in sicurezza di questo tratto di cinta muraria, nonostante il cantiere sia in fase avanzata dei lavori, è in netto contrasto con le indicazioni riportate al punto 4 della lettera prot. n° 9952 del 24/07/2013 emessa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Siena e Grosseto, che prevedeva, prima dell’ inizio lavori, a fini precauzionali, di ripristinare la continuità della tessitura muraria. Contrasta anche con le indicazioni del punto 6 dove nei tratti di cinta muraria attraversati dalla viabilità di cantiere era prevista la realizzazione di opportuni presidi di protezione, sia come puntellamenti, rivestimenti temporanei della sezione muraria, sia come presidi antivibrazione della pavimentazione (vedi indicazioni fatte per il monitoraggio al fabbricato della chiesa) .
Siamo inoltre
stati messi al corrente che al di sotto della cinta muraria, una volta messa in
sicurezza, verrà realizzata lungo la sponda del fiume una scogliera con grosse
pietre bloccate con malta cementizia, in modo da cercare di proteggerle dalla furia
del fiume nel periodo invernale.
Mi
sorge il dubbio che l’utilizzo di questa scogliera non sia previsto solo per proteggere la porzione di cinta muraria
dal fiume in piena, ma anche per il fatto che è stato alterata la quota della
strada di accesso al cantiere lungo il fiume con rilevati per un’ altezza
consistente – circa 1,5
metri - causando
una diversa regimazione delle acque meteoriche che hanno comportato un
ruscellamento con relativa erosione della sponda del fiume tra la fine delle
mura e la Chiesa. In questa zona al
momento del sopralluogo c’erano evidenti ristagni idrici.
Il
rialzamento di quota inerente la strada di cantiere, anche se non quotato, non è contemplato nella sezione del progetto
pubblicato nel sito che prende in esame il tratto di strada adiacente le cinta
murarie nominate nel progetto come tratto D.
Nel tratto di
cinta muraria al di sopra della strada, invece, sono iniziati gli interventi. I
lavori ad oggi eseguiti sono quelli riguardanti il montaggio del ponteggio e alla sommità è
stata realizzata una particolare imbracatura con rete elettrosaldata per contenere
un grosso masso che rischiava di cadere nella strada di cantiere mettendo a
rischio il personale e i mezzi che vi transitavano sotto.
Usciti fuori
dall’area del cantiere delimitata, ci siamo avvicinati al tratto di cinta
muraria a valle del ponte di Petriolo a ridosso delle vasche naturali ricavate
nella sponda del fiume e utilizzate per tutto l’ arco dell’ anno dai bagnanti.
Anche detto tratto di cinta muraria si trova in pessimo stato conservativo con
parti di paramento mancanti ( vedi foto n.
4 ).
L’intervento
di messa in sicurezza, nonostante l’evidente
stato di degrado, non è, ad oggi,
iniziato ed è stato rimandato con la
motivazione di non creare ulteriori difficoltà ai fruitori della vasche libere.
Il ritardo della
messa in sicurezza, anche in questo tratto di cinta muraria, può creare dei
problemi di incolumità per le persone
che normalmente fanno il bagno sulle sponde del fiume sottostante, in area
demaniale.
Con
l’avvicinarsi alle mura, i rappresentanti dell’Associazione Italia Nostra e dell’
Associazione “Amici dei Bagni di Petriolo” facevano notare ai tecnici
incaricati che,a seguito della costruzioni delle piste, a monte del complesso
storico, di accesso al cantiere, hanno causato dei problemi di regimazione
delle acque meteoriche, visto che si sono concentrate a valle grosse quantità
d’acqua, senza aver previsto interventi di pulizia delle fossette
comportando una tracimazione delle acque
sulla strada di accesso al fiume
rendendola in alcuni tratti pericolosa.
Per migliorare ciò, sarebbe opportuno realizzare un intervento di miglioramento della sentieristica che dalla strada provinciale porta alle sponde del fiume. I tecnici, alla richiesta di ripristino del tratto di strada per accedere al fiume, facevano notare che si trattava di una zona esterna al cantiere e di conseguenza al di fuori della loro competenza e vincolata dove per poter intervenire era necessario richiedere una moltitudine di autorizzazioni con tempi di rilascio lunghi.
A
quel punto ho fatto notare che anche se si trattava di una zona esterna al
cantiere, era l’unica via per poter accedere al tratto di mura oggetto di
intervento e di conseguenza poteva essere inglobata come pista di accesso al
cantiere convogliando le persone al fiume tramite un piccolo sentiero a ridosso
della porta della vecchia cinta muraria.
Tra l’altro anche se trattasi di una zona
sottoposta a Vincolo paesaggistico ex l.1497/39 e nella fascia del Fiume ai
sensi D.lgs 42/2004 ex L. 1497/1939 ai sensi della lettera a)
dell’ art. 149 del D.lgs 42/2004 e s.m.i., gli
interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento
statico e di restauro conservativo che non alterino lo stato dei luoghi e
l'aspetto esteriore degli edifici sono
ammessi senza autorizzazione o al massimo in procedura semplificata visto
che potrebbero rientrare al punto 13 dell’ Allegato 1 ai sensi del DPR
139/2010.
Per quanto riguarda il Vincolo Idrogeologico
l’ art. 98 del D.P.G.R. n°48/R ammette
lavori di manutenzione eseguibili senza autorizzazione o dichiarazione, in
particolare al comma 2 sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria
della viabilità a fondo naturale a
condizione che non comporti modificazione dell’ ampiezza della sede stradale o
la risagomatura andante delle scarpate. In particolare nelle opere di manutenzione ordinaria comprende i seguenti interventi:
a)
livellamento del piano viario;
b) ricarico
con inerti;
c)
ripulitura e risagomatura delle fossette laterali;
d)
tracciamento o ripristino degli sciacqui trasversali;
e)
ripristino di tombini e di attraversamenti esistenti;
f) rimozione
di materiale franato dalle scarpate e risagomatura localizzata delle stesse;
g)
rinsaldamento delle scarpate con graticciate o viminate;
h)
installazione di reti parasassi;
i) taglio della vegetazione
forestale, con le modalità indicate all’articolo 41
Per
il fatto di essere in una zona all’ interno del
SIC visto che gli interventi di manutenzione riguarderebbero il livellamento del piano viario esistente a
seguito di un un ricarico di materiale inerte e la ripulitura e risagormatura
delle fossette e gli sciacqui esistenti senza incidere sulla vegetazione, a mio avviso è un
intervento che non presenta incidenza.
Durante
la visita, seppur limitata, non ho visto cartelli nell’area adiacente alle mura e alla chiesetta con limiti di velocità,
limiti di portata o numero massimo di mezzi giornalieri ammessi ecc. ecc. come
indicato al punto 7 della lettera prot. n° 9952 del 24/07/2013 emessa dalla
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Siena e Grosseto.
A conclusione faccio presente che la presente relazione è il risultato tra quanto detto dai tecnici della Nuovo Farma scarl, da quelli addetti al recupero della chiesa e delle mura durante il sopralluogo e da una breve visione sul sito ANAS, oltre alle sensazioni provate direttamente durante la visita all’interno del cantiere.
Per formalizzare un’ analisi più dettagliata
bisognerebbe mi fosse data al possibilità di visionare con estrema precisione i
Testimoniali
di stato antecedenti l’inizio dei lavori e tutto il materiale
riguardante il progetto di manutenzione previsto, di essere messo a conoscenza delle letture
fatte sull’impianto di monitoraggio posto all’ interno della chiesetta, del
capitolato dei lavori di restauro appaltati, in modo da poter suggerire anche interventi,
alternativi a quelli previsti, più duraturi nel tempo e
non limitati al periodo del cantiere.
Tengo inoltre a far presente che durante la visita ho
notato che l’area delimita da
recinzione, dove sono situati i pozzi dell’ acqua termale a ridosso della cinta
muraria, anche se non oggetto d’incarico, non mi sembra che venga mantenuta in
uno stato decoroso per un complesso storico come potrebbe essere la zona di Petriolo
e per tale motivo allego
foto n. 5, affinché possiate prendere visione e farvi una vostra idea in
merito.
Oltre alle fotografie specificate sopra ne allego
altre fatte durante il sopralluogo.
In fede
geom.
Giancarlo Minocci