lunedì 17 novembre 2014

Importante Relazione Tecnica su Bagni di Petriolo

Riportiamo di seguito la relazione effettuata dal Geom. Giancarlo Minocci il 4 Agosto 2014.
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                                                                                                          Monticiano li, 04/08/2014


OGGETTO : Osservazione sulla visita al Cantiere presso le Terme di Petriolo del 23/07/2014.

Io sottoscritto geom. Giancarlo Minocci, in qualità di tecnico incaricato dall’Associazione Italia Nostra e dall’Associazione “Amici dei Bagni di Petriolo”  a ispezionare il cantiere presso il sito Storico Termale di Petriolo, insieme ad un collaboratore e ai rappresentati delle Associazione di cui sopra, faccio presente quanto riscontrato nel sopralluogo effettuato il pomeriggio di Mercoledi 23/07/2014 nell’area di Petriolo interessata dalle attività del cantiere, con particolare riferimento agli interventi effettuati sulle strutture storiche ed all’ impatto sull’ambiente naturale delle piste di cantiere costruite  ed utilizzate  nell’area di Petriolo.

Durante il sopralluogo  è stato possibile ispezionare:
1.    Il tratto della cinta muraria a delimitazione del vecchio complesso storico vicino all’ingresso del cantiere dalla strada Provinciale (denominato nei Testimoniali di Stato “Tratto 3 Faccia Nord Est”), in parte oggetto di lavori di consolidamento, 
2.    La  chiesa, adiacente alla pista di cantiere, sia al piano terreno che al seminterrato dove si trovano le vasche del complesso termale storico,
3.    Il  tratto della cinta muraria lungo il fiume (denominato nei Testimoniali di Stato “Tratto 4 – Faccia Nord Est mentre nei  progetti viene denominato “tratto D”)
4.     Il  tratto della cinta muraria (denominato nei Testimoniali di Stato “Tratto 1 – Faccia Nord Est e nei progetti “tratto C”) al di sopra della strada di cantiere.


La visita è stata  limitata solo alla visione di questi interventi, visto che è stata interrotta al momento in cui ci si spostava sulla pista di cantiere lungo il fiume Farma per raggiungere le altre piste di cantiere realizzate a monte del complesso storico in modo da verificarne la realizzazione  e i lavori di regimazione delle acque meteoriche.
L’interruzione è stata obbligata dal tecnico Responsabile della Sicurezza ANAS, visto  che alcuni rappresentanti delle Associazioni in mia compagnia erano privi dei relativi DPI necessari all’interno del cantiere, nonostante il sopralluogo fosse concordato con il Prefetto di Siena, con i dirigenti ANAS e con la ditta appaltante Nuovo Farma scarl, e si svolgesse in una zona priva di interferenze con le lavorazioni (a parte il transito di alcune autovetture sulla strada che provenivano dal cantiere).
Arrivati nella zona del cantiere e dopo le presentazioni di rito, i tecnici Strabag, Anas ed i responsabili degli interventi di messa in sicurezza, ci hanno condotto lungo la strada Provinciale a visionare il tratto di mura oggetto di intervento dove tutt’ora la parte prospiciente la strada è contornata da un ponteggio di una certa importanza.
Il ponteggio è stato montato pensando ad una situazione di degrado generale, tuttavia l’Architetto e l’Ingegnere incaricati hanno dichiarato che i lavori si sono limitati alla ripulitura di un piccolo tratto delle mura dalla vegetazione e poi a  lavori di consolidamento della sommità, che versava in stato di degrado, mentre i paramenti laterali una volta ripuliti sono risultati in buono stato conservativo, visto che erano stati già oggetto di lavori di consolidamento negli anni passati.
A seguito di quando dichiarato dai tecnici, ritengo che la ripulitura dalla vegetazione poteva essere eseguita  utilizzando un cestello e successivamente montare  un ponteggio  limitato al recupero della sommità deteriorata delle mura.
Peraltro i Testimoniali di Stato evidenziavano, su questo tratto di mura,  la presenza di fitta vegetazione e non di altre criticità;  viene da pensare che la continua presenza, nonostante i lavori siano terminati, di un ponteggio così maestoso nei pressi della strada Provinciale, risponda allo scopo  di   far apparire un  interesse alla tutela del sito storico da parte delle aziende impegnate nella costruzione del nuovo viadotto.
Il sopralluogo è continuato con la visione dei lavori di manutenzione eseguiti nella chiesa che, come illustrato dall’Ingegnere e dall’Architetto incaricati, si sono limitati ad opere di manutenzione con lo smontaggio del manto di copertura, il ripristino della gronda con la sostituzione di alcune foratelle degradate dal tempo con materiale simile a quelle esistente, ottenendo alla fine un intervento sulla gronda scadente.
Cosa diversa sarebbe stata  se le  foratelle fossero state sostituite con le mezzane, materiale tipico di quel periodo e resistente agli agenti atmosferici.

Una volta risistemata la gronda, è stato eseguito un massetto superiore alle falde del tetto di alcuni centimetri con  impermeabilizzante; ricollocamento  del manto di copertura dopo averlo ripulito e integrato con materiale nuovo in sostituzione di quello usurato dal tempo. Sono state collocate nuove grondaie e nuovi impluvi in rame, anche se al momento prive di regimazione  a terra.
Sul campanile a vela sono stati eseguiti lavori di manutenzione al paramento murario e la campana è stata calata a terra e mandata in fonderia per la sistemazione. Alla fine  verrà  ricollocata nella sua sede naturale.
Ho constatato che nell’angolo della sacrestia più vicino e limitrofo alla pista di cantiere, sono presenti e ben visibili delle setole (vedi  foto n° 1).
Ho domandato all’Ingegnere se fossero previsti lavori di consolidamento dei muri perimetrali con la tipologia dello scuci e cuci. Mi ha risposto che non sono previsti lavori di consolidamento, visto che presumono che dette fessurazione interessino solo l’intonaco e che comunque, per precauzione, è stato posto un fessurimetro elettrico  collegato all’impianto di monitoraggio, che ad oggi non ha riscontrato sollecitazioni trasmesse al fabbricato  durante i lavori.
Dette  fessurazioni sono visibili  nella parete esterna del fabbricato adiacente alla pista di cantiere, dove tra l’altro sul prospetto esterno corrisponde la chiave di una catena, e sono state già citate nei Testimoniali di stato; tuttavia  non escludo che la parete sia stata sollecitata dalle vibrazioni trasmesse dal transito dei mezzi di lavoro sulla pista, anche perchè i responsabili del cantiere hanno dichiarato  che, ad oggi, sono stati gettati, per la realizzazione del pilone del viadotto circa 5.000 mc. di cemento,  pari a circa 500 autobotti e ne rimangono da gettare ancora circa 700 mc.
Il fabbricato oltre ad avere risentito delle sollecitazione trasmesse dalle autobotti, ha sicuramente subito le vibrazione durante i lavori di spianamento del materiale inerte con il rullo compressore. Inoltre, nel prossimo futuro la chiesa  sarà sicuramente sollecitata dalle vibrazioni provocate dall’escavatore per la prevista demolizione del  vecchio stabilimento termale, per la realizzazione del piazzale e dal transito dei mezzi che trasporteranno i materiali di risulta della demolizione del vecchio viadotto.

Per tali motivi sarebbe opportuno migliorare il monitoraggio tramite accelerometri idonei a monitorare il fenomeno vibratorio che può in questi casi prolungarsi anche per alcuni secondi a causa sia delle complesse interazioni tra le onde sismiche sia delle loro differenti velocità di propagazione in quanto il criterio di pericolosità o danno per una struttura è caratterizzato dai parametri di vibrazione (ampiezza spostamento, velocità, accelerazione, periodo e frequenza) tali da essere sempre connessi con il tipo di terreno e la struttura interessata dall'evento.
Poiché le vibrazioni negli edifici hanno frequenza leggermente più bassa rispetto a quella delle vibrazioni del terreno, è opportuno rilevare tali valori   per verificarne “la possibile messa in risonanza della struttura” che nel nostro caso a livello di pavimento potrebbe tollerare max frequenze pari a 8 e velocità di vibrazione inferiori a 5 mm/sec !!) in modo da poter essere certi che il fabbricato non subisca danneggiamenti.
Le stazioni di monitoraggio approntate allo stato attuale, costituite da fessurimetri elettrici ed inclinometri, sono da considerarsi valide nel medio lungo periodo al solo fine di prevedere movimenti del terreno circostante – infatti, ad oggi, il cantiere segnala spostamenti strumentali pressochè nulli in sintonia con quanto teoricamente atteso-  mentre il breve periodo è fuori range poiché non monitorato; la struttura potrebbe collassare per le vibrazioni ma le fessure attualmente monitorate potrebbero per assurdo continuare a segnare 0 spostamento.
Tra l’ altro l’impianto di monitoraggio incrementato della strumentazione sopra relazionata corrisponderebbe alle indicazioni fatte al punto 6 della lettera prot. n° 9952 del 24/07/2013 emessa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Siena e Grosseto.
Continuando la visita, notati anche altri movimenti in alto alla parete di valle verso il fiume a ridosso della capriata, (vedi foto n° 2), tra l’altro accentuati rispetto alla foto n° 74 dei Testimoniali di Stato, ho chiesto se, nel rifare il tetto, fosse stato eseguita una cerchiatura perimetrale con il posizionamento di una piastra in ferro collegata ai muri perimetrali tramite connettori  per unire e consolidare tutta la struttura portante del tetto in legno in modo da contenere e sopportare eventuali movimenti.
Detto intervento, a mio avviso, avrebbe avuto un’ incidenza minima sui costi.
A questa specifica domanda, sia l’ Ingegnere che il Direttore Tecnico Nuovo Farma scarl,  mi hanno ribadito che non sono stati fatti lavori di consolidamento strutturale, ma sole opere di manutenzione così come previsto dal progetto proposto e approvato delle varie autorità competenti che ad oggi hanno comportato un costo di € 150.000,00 anticipate dalla ditta Strabag.

Scendendo al piano inferiore dove sono le vecchie vasche storiche, abbiamo rilevato che è stato eseguito l’ impalcato, di una certa consistenza, a sostegno delle volte del solaio superiore come riportato negli elaborati pubblicati nel sito e sono stati  eseguiti lavori di consolidamento su una porzione del muro perimetrale interrato e di cerchiatura su un pilastro.
Non ho potuto controllare con scrupolo se sono stati eseguiti tutti i lavori in modo da mettere in sicurezza tutte le problematiche rilevate  e pubblicate nei Testimoniali di Stato, visto che al momento della visita  ne ero sprovvisto e la presenza dell’ impalcato non mi ha permesso di entrare all’ interno per visionare con scrupolosità.

L’impalcato sarà mantenuto per l’intero periodo del cantiere in modo da evitare dei movimenti causati dai lavori, senza pensare minimamente ad eseguire opere che, oltre a mantenere l’immobile in sicurezza, perdurino nel tempo in modo da renderlo visitabile.
Tra l’altro (vedi foto n. 3), non sono stati eseguiti e non sono previsti interventi per sostituire il cotto mancante o deteriorato nel marciapiede, non è stato fatto alcun saggio per visionare il canale al di sotto del marciapiede, che probabilmente  serviva per regimare le acque piovane o addirittura per raccogliere le acque provenienti dalle vecchie vasche.
A proposito dei lavori eseguiti nel vano interrato delle vecchie vasche, invece di spendere delle cifre consistenti per realizzare un impalcato a protezione delle volte esistenti per l’ intera superficie, avrei ritenuto più consono averlo fatto solo nella parte interessata al recupero del muro perimetrale o del pilastro degradato e per quanto riguarda l’altra parte  mi sarebbe sembrato più giusto eseguire dei lavori di consolidamento delle volte stesse, come sabbiatura e verniciatura dei profilati,  collegamento tra questi ultimi in modo da rendere il solaio idoneo a sopportare fin da ora eventuali sollecitazioni trasmesse dalla lavorazione. Questi lavori avrebbero consentito di ottenere un locale completamente recuperato, messo in sicurezza e visitabile al momento dello smantellamento del cantiere.

Successivamente la visita si è concentrata sui tratti di cinta muraria a monte del fabbricato della chiesa interrotti tra loro dalla pista di  cantiere.
Il tratto a ridosso del fiume, (denominato nei Testimoniali di Stato  “Tratto 4 – Faccia Nord Est mentre nei  progetti viene  denominato tratto D), versa in uno stato di degrado totale e ad oggi è ancora invaso dalla vegetazione.
Non sono ancora iniziati i lavori di recupero, perché ritenuti pericolosi per le maestranze. L’ingegnere incaricato ha dichiarato di essere in trattativa  sul da farsi con la  Soprintendenza di Siena e pensa di intervenire con un grosso cestello in modo da passare sopra alle mura per poterle ripulire dalla vegetazione in ambo i lati.
Una volta ripulite, si  prevede di recuperare le parti ancora in piedi con malte specifiche, mentre per le parti franate ha proposto di realizzare un paramento a blocchi o mattoni di muratura continua opportunamente ancorato alle parti di muro esistente completamente intonacato con malta a rinzaffo storico riprendendo la stuccatura del paramento a faccia vista.
 Questo tratto di mura versa in uno stato di degrado totale, ed è a ridosso del fiume, dove i bagnanti, causa chiusura di qualunque accesso al fiume a monte del ponte di Petriolo, transitano costeggiando il tratto di mura per poter fruire dei vari tomboli d’acqua a monte del complesso monumentale.

Il ritardare i lavori  di manutenzione, tra l’altro in un periodo estivo, può essere pericoloso, visto il flusso di persone che si riversa sulle sponde del fiume. Potrei suggerire di procedere ad eseguire l’ intervento utilizzando il  cestello sia per ripulire i resti delle mura  dalla vegetazione che per far cadere la parte maggiormente degradata. Una volta fatte franare le parti pericolose, di conseguenza messa in sicurezza l’ area, potrebbero  essere ricostruite utilizzando le stesse pietre in loco precedentemente fatte cadere e opportunamente ripulite e murate con l’utilizzo di una  normale malta cementizia senza la necessità di utilizzare malte particolari da restauro con costi elevati. Tengo inoltre a far presente che il ritardo della messa in sicurezza di questo tratto di cinta muraria, nonostante il cantiere sia in fase avanzata dei lavori, è in netto contrasto con le indicazioni  riportate al punto 4 della lettera prot. n° 9952 del 24/07/2013 emessa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Siena e Grosseto, che prevedeva, prima dell’ inizio lavori, a fini precauzionali, di ripristinare la continuità della tessitura muraria. Contrasta anche con le indicazioni  del punto 6 dove nei tratti di cinta muraria attraversati dalla viabilità di cantiere era prevista la realizzazione di opportuni presidi di protezione, sia come puntellamenti, rivestimenti temporanei della sezione muraria, sia come presidi antivibrazione della pavimentazione (vedi indicazioni fatte per il monitoraggio al fabbricato della chiesa) .
Siamo inoltre stati messi al corrente che al di sotto della cinta muraria, una volta messa in sicurezza, verrà realizzata lungo la sponda del fiume una scogliera con grosse pietre bloccate con malta cementizia, in modo da cercare di proteggerle dalla furia del fiume nel periodo invernale.
Mi sorge il dubbio che l’utilizzo di questa scogliera non sia previsto solo  per proteggere la porzione di cinta muraria dal fiume in piena, ma anche per il fatto che è stato alterata la quota della strada di accesso al cantiere lungo il fiume con rilevati per un’ altezza consistente – circa 1,5 metri -  causando una diversa regimazione delle acque meteoriche che hanno comportato un ruscellamento con relativa erosione della sponda del fiume tra la fine delle mura e la Chiesa. In questa zona  al momento del sopralluogo c’erano evidenti ristagni idrici.
Il rialzamento di quota inerente la strada di cantiere, anche se non quotato,  non è contemplato nella sezione del progetto pubblicato nel sito che prende in esame il tratto di strada adiacente le cinta murarie nominate nel progetto come tratto D.
Nel tratto di cinta muraria al di sopra della strada, invece, sono iniziati gli interventi. I lavori ad oggi eseguiti sono quelli riguardanti il  montaggio del ponteggio e alla sommità è stata realizzata una particolare imbracatura con rete elettrosaldata per contenere un grosso masso che rischiava di cadere nella strada di cantiere mettendo a rischio il personale e i mezzi che vi transitavano sotto.
Usciti fuori dall’area del cantiere delimitata, ci siamo avvicinati al tratto di cinta muraria a valle del ponte di Petriolo a ridosso delle vasche naturali ricavate nella sponda del fiume e utilizzate per tutto l’ arco dell’ anno dai bagnanti. Anche detto tratto di cinta muraria si trova in pessimo stato conservativo con parti di paramento mancanti ( vedi  foto n. 4 ).
L’intervento di messa in sicurezza,  nonostante l’evidente  stato di degrado, non è, ad oggi, iniziato ed è stato rimandato  con la motivazione di non creare ulteriori difficoltà ai fruitori della vasche libere.
Il ritardo della messa in sicurezza, anche in questo tratto di cinta muraria, può creare dei problemi di incolumità per le  persone che normalmente fanno il bagno sulle sponde del fiume sottostante, in area demaniale.
Con l’avvicinarsi alle mura, i rappresentanti dell’Associazione Italia Nostra e dell’ Associazione “Amici dei Bagni di Petriolo” facevano notare ai tecnici incaricati che,a seguito della costruzioni delle piste, a monte del complesso storico, di accesso al cantiere, hanno causato dei problemi di regimazione delle acque meteoriche, visto che si sono concentrate a valle grosse quantità d’acqua, senza aver previsto interventi di pulizia delle fossette comportando  una tracimazione delle acque sulla  strada di accesso al fiume rendendola in alcuni tratti pericolosa.

Per migliorare ciò, sarebbe opportuno realizzare un intervento di miglioramento della sentieristica che dalla strada provinciale porta alle sponde del fiume. I tecnici,  alla richiesta di ripristino del tratto di strada per accedere al fiume, facevano notare che si trattava di una zona esterna al cantiere e di conseguenza al di fuori della loro competenza e vincolata dove per poter intervenire era necessario  richiedere una moltitudine di autorizzazioni con tempi di rilascio lunghi.
A quel punto ho fatto notare che anche se si trattava di una zona esterna al cantiere, era l’unica via per poter accedere al tratto di mura oggetto di intervento e di conseguenza poteva essere inglobata come pista di accesso al cantiere convogliando le persone al fiume tramite un piccolo sentiero a ridosso della porta della vecchia cinta muraria.
Tra l’altro anche se trattasi di una zona sottoposta a Vincolo paesaggistico ex l.1497/39 e nella fascia del Fiume ai sensi D.lgs 42/2004 ex L. 1497/1939 ai sensi della lettera  a)  dell’ art. 149 del D.lgs 42/2004 e s.m.i.,  gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico e di restauro conservativo che non alterino lo stato dei luoghi e l'aspetto esteriore degli edifici sono ammessi senza autorizzazione o al massimo in procedura semplificata visto che potrebbero rientrare al punto 13 dell’ Allegato 1 ai sensi del DPR 139/2010.
Per quanto riguarda il Vincolo Idrogeologico l’ art. 98 del  D.P.G.R. n°48/R ammette lavori di manutenzione eseguibili senza autorizzazione o dichiarazione, in particolare al comma 2 sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria della viabilità a fondo naturale  a condizione che non comporti modificazione dell’ ampiezza della sede stradale o la risagomatura andante delle scarpate. In particolare nelle opere di  manutenzione ordinaria comprende  i seguenti interventi:
a) livellamento del piano viario;
b) ricarico con inerti;
c) ripulitura e risagomatura delle fossette laterali;
d) tracciamento o ripristino degli sciacqui trasversali;
e) ripristino di tombini e di attraversamenti esistenti;
f) rimozione di materiale franato dalle scarpate e risagomatura localizzata delle stesse;
g) rinsaldamento delle scarpate con graticciate o viminate;
h) installazione di reti parasassi;
i) taglio della vegetazione forestale, con le modalità indicate all’articolo 41
Per il fatto di essere in una zona all’ interno del  SIC visto che gli interventi di manutenzione riguarderebbero  il livellamento del piano viario esistente a seguito di un un ricarico di materiale inerte e la ripulitura e risagormatura delle fossette e gli sciacqui esistenti senza incidere sulla vegetazione,  a mio avviso è  un  intervento che non presenta incidenza.
Durante la visita, seppur limitata, non ho visto cartelli nell’area adiacente alle mura  e alla chiesetta con limiti di velocità, limiti di portata o numero massimo di mezzi giornalieri ammessi ecc. ecc. come indicato al punto 7 della lettera prot. n° 9952 del 24/07/2013 emessa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Siena e Grosseto.

A conclusione faccio presente che la presente relazione è il risultato tra quanto detto dai tecnici della Nuovo Farma scarl, da quelli addetti al recupero della chiesa e delle mura durante il sopralluogo e da  una breve visione sul sito ANAS,  oltre alle sensazioni provate direttamente  durante la visita all’interno del cantiere.
Per formalizzare un’ analisi più dettagliata bisognerebbe mi fosse data al possibilità di visionare con estrema precisione i Testimoniali di stato antecedenti l’inizio dei lavori e tutto il materiale riguardante il progetto di manutenzione previsto,  di essere messo a conoscenza delle letture fatte sull’impianto di monitoraggio posto all’ interno della chiesetta, del capitolato dei lavori di restauro appaltati,  in modo da poter suggerire anche interventi, alternativi a quelli previsti, più duraturi nel tempo e non limitati al periodo del cantiere.
Tengo inoltre a far presente che durante la visita ho notato che l’area  delimita da recinzione, dove sono situati i pozzi dell’ acqua termale a ridosso della cinta muraria, anche se non oggetto d’incarico, non mi sembra che venga mantenuta in uno stato decoroso per un complesso storico come potrebbe essere la zona di Petriolo e per tale motivo allego foto n. 5, affinché possiate prendere visione e farvi una vostra idea in merito.
Oltre alle fotografie specificate sopra ne allego altre fatte durante il sopralluogo.

In fede
                                                            

                                                           geom. Giancarlo Minocci